Da ormai 300 anni l’uomo è a conoscenza del rischio delle polveri derivanti dalla lavorazione della pietra. Non tutti i tipi di polvere causano la silicosi ma solo le forme cristalline come cristobalite, quarzo e tridimite e se queste vengono frantumate in polvere respirabile cioè di dimensioni al di sotto di 10 micron.
La silicosi è una patologia a carattere fibrosante progressivo cioè pneumoconiosi. Il primo sintomo riscontrato nel lavoratore è l’affanno, infatti i polmoni diventano meno efficienti e il corpo risente della riduzione di ossigeno. Inoltre, si riscontrano anche episodi di bronchite. Tale patologia è complicata in molti casi anche dalla tubercolosi polmonare e da altre malattie del collagene, oltre ad essere una pre-cancerosi.
Per tale motivo la silice è classificata tra gli agenti chimici pericolosi per cui vige l’obbligo di adottare le tutele disposte dal Titolo IX del D. Lgs. n. 81/2008 come:
– Misure generiche e specifiche di prevenzione e protezione: ad esempio uso di sistemi di spruzzatura dell’acqua direttamente integrati, sistemi di ventilazione locale di scarico ecc.
– Sorveglianza sanitaria
– Limiti di esposizione
Le principali categorie di lavoratori a rischio sono:
– Operai coinvolti in attività che comportano il movimentano della crosta terrestre come industria estrattiva, lavori stradali, lavori del suolo
– Addetti alla manipolazione di vari materiali edili
– Addetti alla produzione di vetro, ceramica, materiali refrattari e abrasivi
– Operai dell’industria metallurgica
Inoltre, negli anni sono state sviluppate e sempre più utilizzate pietre artificiali, polimeri, che sprigionano silice.
Questo nuovo materiale viene utilizzato nella fabbricazione di superfici per arredamento e per attività commerciali (es. bar) e servizi igienici.
Le attività maggiormente a rischio sono:
– Taglio con mole, smerigliatrici
– Rifinitura, lucidatura e smussatura
Inoltre, è stato riscontrato che il periodo di latenza della pietra artificiale è più breve: 10 anni rispetto ai 15-20 della pietra naturale
L’inerzia e l’ignoranza verso le malattie professionali stanno provocando in molti paesi del mondo focolai epidemici di silico-tubercolosi, dove spesso la causa occupazionale viene riscontrata solo tardivamente. E ancora, anche in Italia, l’incidenza della malattia derivante da polveri di pietra artificiale è sottostimata.
Pertanto, il Datore di lavoro deve porre particolare attenzione al rischio di silice durante la lavorazione e la conseguente polvere. Deve essere valutato il rischio e pianificato un sistema di prevenzione e protezione con misure generiche e specifiche di sicurezza. Deve essere effettuata una informazione e formazione per i lavoratori esposti adeguata alla loro mansione e rischio.