Il verificarsi di un evento danno significativo è sempre associato al verificarsi di numerose anomalie che producono danni solo lievi o nulli.
Gli studi dimostrano che su 1000 incidenti, 3 sono infortuni con conseguenze rilevanti, 88 con effetti minori e i restanti sono cosiddetti quasi infortuni o near misses o ancora “near loss” ossia episodi che, pur avendone il potenziale, non hanno prodotto danni.
Fondamentali ai fini della valutazione dei rischi, i quasi infortuni (proporzionalmente molto più numerosi, in rapporto di 1 a 10, degli infortuni) vanno considerati, al pari degli infortuni veri e propri, indicatori di rischio né più né meno degli eventi che hanno prodotto infortuni.
Stessa importanza deve essere data anche a quegli infortuni che non hanno prodotto giorni di assenza dal lavoro (assenza superiore a un giorno oltre a quello del verificarsi dell’evento), perché con conseguenze lievi, quindi non registrati nell’apposito registro né compresi nella raccolta di dati ai fini della commisurazione degli indici.
A tale scopo è utile, oltre che consigliabile, adottare prassi o procedure che consentano la raccolta di tali dati attraverso puntuali rilevazioni e segnalazioni: questi dati, ordinati per gravità potenziale, risulteranno estremamente preziosi per la valutazione dei rischi fin dalla fase di individuazione dei pericoli.
Si definisce near miss o quasi infortunio qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un infortunio o danno alla salute (malattia) o morte ma, solo per puro caso, non lo ha fatto: un evento quindi che ha in sè la potenzialità di produrre un infortunio ma non lo fa solo per fortuna.
Attenzione, fanno parte di tale categoria anche quegli infortuni che restano fuori dall’obbligo legislativo di registrazione, cioè quegli eventi infortunistici lievi che non portano a giorni di assenza da lavoro, oltre quello in cui si è verificato l’evento.
Proprio in virtù della natura stessa del near miss o quasi infortunio, non è possibile stabilire a priori se un evento può rientrare in tale categoria o meno.
Definire una serie di eventi come near miss o quasi infortuni comporterebbe ingabbiare un concetto che ha un solo criterio di definizione: la potenzialità.
Così, ad esempio, una persona che attraversa in curva, in una strada particolarmente trafficata, mette in atto un comportamento che può classificarsi near miss: avrebbe potuto verificarsi l’evento infortunio ma non è accaduto per puro caso. Diverso è il discorso se questa persona attraversa una strada sperduta di campagna, dove il traffico è quasi inesistente.
Da ciò si realizza come ogni singolo evento debba essere in realtà soggetto ad una valutazione prima di essere inserito o meno tra i near miss, e quanto questa valutazione possa a volte essere davvero difficile e soggettiva.
Il fine di analizzare i near miss, al pari degli eventi che portano a infortunio, è tenere sotto controllo e prevenire eventi che possono sfociare in infortunio, poiché, come detto prima, per ogni infortunio si verificano in genere circa 10 eventi near miss.
Dovremo quindi analizzare non soltanto gli “incidenti”, intesi come eventi che producono danni a cose, ma anche la messa in atto di comportamenti pericolosi, il mancato rispetto di prescrizioni e/o procedure di lavoro, carenze strutturali, organizzative e tecniche e così via.
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