SICUREZZA IN AMBIENTE DI LAVORO: IL LAVAGGIO DELLE MANI

La pelle rappresenta l’involucro del nostro corpo che ha la funzione di proteggerci dai pericoli provenienti dall’esterno.

Sulla superficie della pelle è presente una flora batterica di natura microbica (funghi e batteri) che consente, infatti, di formare una barriera contro eventuali aggressioni.

Tale flora, detta residente, colonizza le cellule più esterne della pelle senza causare infezioni ma ostacolando lo sviluppo di microbi patogeni che possono potenzialmente provocare malattie.

La flora batterica residente può causare infezioni solo qualora venga a contatto con parti del corpo su cui normalmente non è presente, ossia gli occhi o la cute lesa.

La formazione della cosiddetta flora transitoria, invece, avviene in seguito al contatto con soggetti o cose su cui vi sono colonie di germi patogeni. Questi germi possono determinare malattie quali influenza e raffreddore e, in casi più gravi, colera, tifo, epatite A e toxoplasmosi.

Attraverso il lavaggio delle mani con acqua e sapone non solo è possibile rimuovere lo sporco, ma anche eliminare la flora transitoria.

Questo semplice gesto (della durata di 40-60 secondi) assume un’importanza fondamentale nella prevenzione d’infezioni nei luoghi di lavoro caratterizzati da un rischio biologico, soprattutto in ambito sanitario, nel comparto agricoltura, nell’industria alimentare, nelle attività che prevedono contatti con animali e nel settore dello smaltimento e della raccolta di rifiuti speciali.

Il lavaggio delle mani, pertanto, rappresenta una misura di prevenzione e protezione primaria in merito alla quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emanato apposite linee guida e raccomandazioni (“WHO Guidelines on Hand Hygiene in Health Care”).

(Fonte)

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