Gli infortuni derivanti da una caduta dall’alto rappresentano un terzo del totale in Italia.

Il settore maggiormente colpito è l’edilizia e le costruzioni con il 65% del totale degli infortuni per caduta dall’alto. Al secondo posto vi è il settore dell’agricoltura con l’11%.

Il T.U 81/08 offre una precisa definizione di lavori in quota – specificamente contenuta nell’art. 107 del D.Lgs.

Attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da quota di altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile”

Il criterio di definizione non tiene conto della quota di esecuzione del lavoro, ma calcola la quota di esposizione al rischio di caduta per il lavoratore.

Ad esempio, in presenza di un ponteggio, la quota va calcolata rispetto al piano stabile. Allo stesso modo, se si opera al di sopra di una struttura di un impianto industriale e anche ad alta quota.

Le lesioni principalmente riscontrate sono le fratture al cranio e lo schiacciamento. I fattori di rischio, elencati dal primo all’ultimo, sono:

  • Caduta per sfondamento di copertura
  • C. da scala portatile
  • Caduta da parte fissa di edificio
  • C. da ponteggi e impalcature fisse
  • Caduta all’interno di un varco
  • Mezzi di sollevamento o lavori in quota

Nella redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, il Datore di Lavoro deve individuare le misure e le soluzioni per ridurre il rischio di caduta dall’alto. Egli deve dunque garantire, in caso di infortunio, un soccorso immediato.

Infatti, una mancanza nella previsione di un infortunio o di un decesso comporta l’imputazione del Datore di lavoro.

La normativa non prevede un arco temporale specifico in cui le vittime debbano essere soccorse dopo la caduta. Bisogna però mettere in atto una manovra pianificata e conosciuta una procedura d’emergenza.

Innanzitutto, lavoratori e addetti al primo soccorso devono essere adeguatamente formati e addestrati.

In secondo luogo, il Datore di lavoro deve adottare i dispositivi di protezione collettivi. Laddove non sufficienti, egli deve dotare i lavoratori anche dei dispositivi di protezione individuali.

A seguito della caduta il lavoratore potrebbe essere in posizione sospesa e con imbracatura. Di conseguenza, egli potrebbe trovarsi in condizione di trauma da sospensione. Si tratta cioè di un accumulo di sangue nelle parti inferiori del corpo privandone così il cervello.

Bisogna quindi procedere velocemente (entro circa 29 minuti) con le manovre di evacuazione.

E’ necessario in primis calare l’infortunato in posizione seduta. Il busto deve essere sollevato di 30 gradi così come le ginocchia. La persona in questione va necessariamente adagiata in posizione supina.

Il Datore di Lavoro, preposti e addetti alle emergenze devono quindi essere in grado di reagire e gestire una situazione di caduta dall’alto o sospensione.

Dalla chiamata ai soccorsi a un’eventuale evacuazione e recupero della persona, gli addetti devono essere pronti per svolgere tali operazioni.

Oltre alla stesura delle procedure, sono essenziali le prove e le simulazioni d’emergenza. Non bisogna farsi cogliere impreparati in caso di reale incidente per salvare la vita all’infortunato.