È meglio lavorare in ufficio, assieme a colleghi e datori di lavoro, o è preferibile lavorare a casa?
Lo smart working, o lavoro da remoto, è sempre più diffuso e nella concezione generale è ritenuta la condizione migliore per poter lavorare. Ma è realmente così?
Analizziamo i vantaggi e svantaggi.
Vantaggi
- Risparmio: costi associati al trasporto ed eventualmente alla custodia dei figli (questo punto va considerato molto attentamente perché avere un ambiente tranquillo spesso non coincide con la presenza dei figli);
- Flessibilità: possibilità di scegliere i propri orari;
- Meno distrazioni: chiacchiere indesiderate e distrazione da parte di colleghi;
- Vicinanza alla famiglia e miglior rapporto tra lavoro e vita privata;
- Meno stress legato al tragitto casa-lavoro.
Svantaggi
- Isolamento e lontananza dai colleghi;
- Distrazioni legate ai membri della famiglia;
- Difficoltà nel separare il lavoro dalle faccende domestiche;
- Si tende a lavorare di più;
- L’ambiente di lavoro è lo stesso di casa: è come vivere in ufficio ma perennemente in pigiama!!
- Meno contatti con le persone reali: si rischia di passare dei giorni senza neanche mettere fuori la spazzatura!!
Regus, il principale fornitore di spazi di lavoro flessibile, nella sua inchiesta svolta a livello nazionale e internazionale su 44.000 lavoratori ha rilevato:
- Nel 38% dei casi vi è un senso di solitudine
- Il 67% avverte la mancanza di confronto con i colleghi
- Il 40% ha la necessità di programmare frequenti meeting, viaggi e incontri di lavoro fuori casa per compensare il senso di solitudine
- Il 32% ha il timore di ingrassare: trascorrendo più tempo a casa si ha accesso illimitato al frigorifero!!
- Infine il 45% teme che la famiglia e i conoscenti ritengano il lavoro svolto lontano dall’ufficio meno importante
In conclusione, il lavoro da remoto non sempre è meglio del lavoro tradizionale.
È importante scegliere le persone idonee a svolgere questo tipo di attività infatti occorre molta passione per il lavoro, determinazione e autodisciplina.
Inoltre è importante ricordare che la casa del lavoratore non viene considerata “luogo di lavoro” ai sensi del D. Lgs. n. 81/2008 ma rimane in capo al Datore di lavoro l’obbligo di informazione e formazione ai sensi degli art. 36 e 37.
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